"Pólemos è padre di tutte le cose, di tutte re; e gli uni disvela come dèi e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi gli altri liberi." Eraclito (fr. 53) Lo afferma Eraclito, il filosofo greco del divenire, dell'incessante trasformazione del tutto, del Logos fuoco ardente che nel divincolare della fiamma manifesta la sua libertà e potenza, che rende l'idea di come freme e fluttua potente e luminoso il pensiero umano, instancabile ed incessante, Erano il tempo in cui i filosofi pre-socratici ricercavano l'elemento fondamentale, ovvero ciò che aveva dato origine a tutte le cose: l'acqua forse, che si condensa in terra e si sublima in aria ? O l'aria stessa che si inspessisce in acqua e terra e si rarefà mutando in fuoco ? o è un elemento sconosciuto che è alla base di tutti gli altri elementi ? L'apeiron l'indefinita sostanza invisibile permeabile a tutto ? Queste verità dell'universo indagavano i filosofi greci prima del V secolo, ricercando il senso e l'ordine del mondo, le regole e le leggi che governavano i mutamenti e le trasformazioni, la nascita e la malattia e la morte, la ascesa di popolazioni e la loro decadenza e estinzione. Ed ecco che Eraclito, il filosofo del "tutto scorre" ("panta rhei") e del Logos, simboleggiato dal fuoco ardente, individua nella guerra un potente stimolo creativo: ebbene bisogna prenderne atto, il conflitto è un potente stimolo di trasformazione, il conflitto dà all'essere umano la necessità di ricercare una risposta, una reazione: richiede adattamento, solleva necessità di comprendere perché ed impone di istrumentarsi per poter rispondere e reagire nel modo migliore, più opportuno, per preservare un proprio diritto, un valore che viene messo in pericolo da altri bisogni e necessità di altri. Ovviamente non si tratta di legittimare la guerra e la violenza, si tratta di poter leggere nel conflitto una opportunità di ristrutturazione dei valori, della comprensione del proprio bisogno, di una revisione del valore intrinseco a ciò che può essere messo in pericolo o rivendicato da altri, che diventano ostili: il nemico. Ma le opzioni sono sempre due: andare in opposizione e contrasto, rivendicare il proprio diritto e la propria ragione agendo prepotentemente la propria forza contro l'altro da noi, o verificare i punti di vista altrui, comprenderli, aiutare a comprendersi reciprocamente e poi trovare lo spazio di una soluzione che possa essere di crescita e di opportunità per tutte e per tutti. Io penso che Eraclito, venendo dal mondo guerriero dove la lotta per la sopravvivenza era stato lo strumento più utilizzato e osservando che dalla guerra tanta nuova realtà era stata nata dal popolo greco, ma penso che oggi si possa meglio asserire che più la guerra, il sano conflitto, possano portare stimolo di confronto e che una risoluzione dei conflitti non violenta e non di sopraffazione dell'altro, ma di ascolto, dialogo e crescita reciproca sia una opzione veramente potente per la creazione di nuove relazioni e nuovi strumenti di convivenza umana, assolutamente basati sulla non violenza e sul rispetto delle diversità umane, che siano fonte di arricchimento per ciascuna e ciascuno di noi abitanti di questo pianeta.
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Ingegnere di Felicità«Conosci te stesso» Archivi
Gennaio 2019
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