Da sempre mi risuona nell'anima la poesia di Eugenio Montale. E come potevo intitolare il mio sito di counseling, senza fare andare subito la mente al monito di questa poesia ? Eh sì lo condivido proprio, ma cosa è la felicità e perchè Montale ci suggerisce di non avvicinarla ? Perchè Felicità non può essere uno stato di realizzazione che posso immaginare immutabile, eterno, non può essere una condizione di equilibrio statico che vorremmo cristallizzare, ma può essere soltanto un equilibrio dinamico, una condizione per cui posso essere sufficientemente sereno di poter conseguire e mantenere dei risultati importanti per me, nella mia vita, nelle relazioni, nell'ambito del lavoro, e sapere che pure al mutare delle condizioni sarò in grado di attivarmi per mantenere una condizione per me soddisfacente, facendo uso delle mie capacità e risorse. Felicità come Equilibrio dinamico dunque quindi come condizione di mantenimento di una forma, nel continuo rinnovamento e nel cambiamento, come l'acqua del ruscello che mormora e gorgoglia grazie al continuo fluire del liquido che costantemente cambia e si rinnova, fluendo e dando energia; come la fiamma che si alimenta dal legno e scoppiettante si innalza e riscalda, trasformando la materia in energia, l'energia in immagini che si imprimono nella nostra retina e nei nostri neuroni e ritemprano e rinnovano la nostra mente. "Ingegneria della propria felicità" è quindi fondere in un concetto la passione per la scienza e la tecnica con l'arte di vivere, nella ricerca del proprio equilibrio e benessere. E c'è stato nella mia vita bisogno di conoscere la scienza e potenziarla con le armi della tecnica, per poter poi lavorare ispirato dalla passione del creare e realizzare concretamente, per poi donare il lavoro della propria creazione perché fosse di servizio anche agli altri, e poter trovare in questo un orizzonte della realizzazione e, perché no, felicità personale. "Felicità raggiunta, si cammina per te sul fil di lama. Agli occhi sei barlume che vacilla, al piede, teso ghiaccio che s'incrina; e dunque non ti tocchi chi più t'ama." E davvero sembra un invalicabile muro la ricerca della propria felicità? E che possa invece essere felicità .. anche questa ricerca ? E quanto può essere stimolante, motivante, emozionante intravedere quell'obiettivo e ricercarlo, godere dei traguardi intermedi e avere uno spazio di crescita, di successi, di meritati premi. Un percorso di ricerca può essere spazio di grande arricchimento e renderci forte di quello che si sta facendo nel trovare risultati sempre più concreti e visibili. "Se giungi sulle anime invase di tristezza e le schiari, il tuo mattino e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase." Certo con qualche scoramento, dubbio, incertezza, che fanno parte della realtà delle cose: come si può aver certezza se ciò che si ricerca ancora non l'abbiamo provato ? "Ma nulla paga il pianto del bambino a cui fugge il pallone tra le case." E quando un rimpianto ci può agitare, quello di non aver provato, di aver afferrato un sogno e di averlo perso, lo possiamo da adulti considerare come possibile e pensare che, se davvero adesso in questo momento forte è lo sconforto, l'orizzonte mutevole della vita ci può sempre riserbare ancora sorprese, nuove albe e tramonti, nuovi colori. Accettare la sfida dell'oggi, scoprire l'opportunità di vivere il presente è una grande opportunità che abbiamo per riscattare in ogni momento il nostro essere su questa terra. Ed è bello e stimolante per me osservare che oggi posso godere di quanto ho realizzato e che domani potrà essere diverso e sempre ci saranno nuove mete, nuovi orizzonti e traguardi verso cui potermi orientare.. « Non è importante ciò che gli altri hanno fatto di noi,
ma quello che noi facciamo con ciò che gli altri hanno fatto di noi. » Jean-Paul Sartre "da tutte le cose viene l'unità, e dall'unità tutte le cose" Eraclito
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Ingegnere di Felicità«Conosci te stesso» Archivi
Gennaio 2019
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